mercoledì 5 febbraio 2014

La Corte dei Conti indaga le Agenzie di Rating americane: danni per 234 miliardi di euro


Se gli analisti finanziari avessero passato più tempo a leggere la «Divina Commedia» di Dante Alighieri, invece di concentrarsi solamente sullo spread, forse non avrebbero visto solamente l'inferno che grava sul debito e i conti pubblici italiani. A dirlo è lo Stato italiano, mettendo sotto accusa il sistema di valutazione delle agenzia di rating. La notizia è riportata dal Financial Times, secondo il quale sono stati trascinati in giudizio, Standard & Poor's, Moody's e Fitch.

Non una citazione vera e propria, ma "un'inchiesta giudiziaria contabile contro le agenzie di rating per il declassamento dell'Italia. Indagine che non è ancora approdata a una decisione conclusiva". Così il procuratore regionale della Corte dei Conti del Lazio, Raffaele De Dominicis, precisa all'Agi la notizia diffusa dal Financial Times secondo cui "ci sarebbe stata emissione di citazione in giudizio contro le agenzie di rating S&P, Moody's e Fitch". 

Il caso era esploso nella serata di ieri, quando il quotidiano della city ha scritto sul suo sito che la Corte dei Conti ha citato le tre maggiori agenzie di rating internazionali, S&P, Moody's e Fitch per il downgrade dell'Italia del 2011 e chiede danni per 234 miliardi di euro. Secondo il Ft, nell'atto di citazione che Standard & Poor ha detto di aver ricevuto, i magistrati contabili avrebbero sottolineato l'errore fatto dalle agenzie nel non tenere conto dell'"alto valore del patrimonio storico, culturale e artistico del nostro Paese che universalmente riconosciuto rappresenta la base della sua forza economica".


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