sabato 3 gennaio 2015

Elezioni Avvocati, anche Sciacca verso il rinvio

Anche il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Sciacca ha deciso di differire le elezioni previste per metà gennaio.

Il Consiglio ha accolto il parere del Ministero della Giustizia che,  con nota del 24 dicembre, ha tenuto conto che il Tar del Lazio ha fissato per il 14 gennaio l'udienza per discutere sulla richiesta di sospensiva presentata dall'ANF in merito al nuovo regolamento elettorale (Dm 170/2014).

Sul punto si era espressa l'Aiga - l'Associazione dei giovani avvocati - che riteneva doveroso rinviare le elezioni dei nuovi Consigli degli Ordini degli Avvocati, fino a dopo il pronunciamento del Tar sulla legittimità del nuovo regolamento, impugnato per profili di illegittimità concernenti le modalità di espressione del voto.

“Il Ministero ha raccolto le istanze di Aiga ed è intervenuto su quella che si presenta una questione complessa - spiega la presidente giovani avvocati Nicoletta Giorgi -. I Consigli degli Ordini sono infatti chiamati a rinnovarsi con regole che confidiamo vengano modificate dal Tar Lazio, di fronte al quale sono state impugnate”.
Il Tar ha fissato l'udienza per il 14 gennaio e molti Ordini avevano convocato le elezioni proprio in quella data o in giorni vicini. Per questo, Aiga ha sollecitato l'intervento del Ministero e “in risposta dalla Direzione Generale del Ministero è arrivata la richiesta di adoperare le cautele necessarie per non frustrare l'esito delle elezioni”.

“Ora - continua Giorgi - il testimone passa ai Coa, che dovranno mostrare responsabilità nei confronti dei propri iscritti ed evitare che le elezioni indette possano essere inficiate dal successivo provvedimento del Tar.
Gli attuali consigli degli Ordini sono già in proroga da un anno a seguito dell'entrata in vigore della legge 247/12: un mese in più non farà di certo una grande differenza.

In ogni caso, sarà consentito all'avvocatura di votare con regole certe e speriamo migliori di quelle attuali. L'attuale regolamento infatti impedisce il ricambio generazionale, la dialettica e condanna il genere femminile ad una minoranza costante”.

Questo accade perché “il nuovo regolamento per l'elezione dei Consigli degli Ordini ha introdotto il voto di lista”.

IL VOTO DI LISTA. Il Consiglio Nazionale Fornense nel proprio parere del 07.08.2014 inviato al Ministro della Giustizia ha introdotto il voto di lista, giustificandolo come garanzia della rappresentanza di genere prevista dal comma 2 dell’art. 28 della legge 247/12.
Il Ministro nel comunicato stampa che accompagna la pubblicazione del regolamento in Gazzetta ribadiva che l’obiettivo fissato era quello di garantire, in ossequio al principio costituzionale, che il riparto dei consiglieri da eleggere sia effettuato in base a un criterio che assicuri l'equilibrio tra i generi: il genere meno rappresentato deve ottenere almeno un terzo dei consiglieri eletti.

"L’equilibrio dei generi e, diciamolo, la garanzia che vi siano almeno un terzo di donne all’interno dei COA, perché di questo si tratta, porta così a sacrificare il basilare principio di democrazia e del voto libero – attacca la presidente dei giovani avvocati italiani –. Non possiamo fermarci al testo letterale del regolamento che comunque non esclude il voto di preferenza: chi viene cooptato a far parte di una lista sottoscrive, neppure implicitamente, l’accordo per cui i suoi elettori dovranno votare la lista.
Diversamente le conseguenze sono facilmente immaginabili: quattro anni “difficili”. Così facendo non sarà necessario aspettare l’esito delle elezioni: la predeterminazione della composizione del COA sarà evidente già 10 giorni prima dell’inizio delle operazioni di voto. I candidati forti, avranno il potere, mai stato così certo, di decidere chi sarà componente del nuovo Consiglio alla faccia della libera competizione elettorale, del ricambio generazionale, e della dialettica tra soggetti di diversa estrazione".

"Non nascondiamoci – invita la presidente di AIGA – dietro l’equilibrio di genere. Le donne non hanno bisogno di questo sistema di cooptazione per blindare la lista. Le donne non vogliono fare da tappabuchi. All’interno dei nostri fori i colleghi che vogliono candidarsi al COA dovranno godere della preferenza esplicita dell’elettorato. La politica forense sta prendendo il peggio della politica tout court con l’aggravante, oggi, della sua complicità. La politica, quella che stiamo scimmiottando, il cambiamento non lo porterà di certo con questa previsione regolamentare".

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