Per la Corte di Cassazione è punibile chi crea un indirizzo email fornendo il nome di un'altra persona. Confermata la condanna a un utente fiorentino che si era spacciato per una sua amica.
La Corte di Cassazione interviene, facendo giurisprudenza, sul caso di un trentasettenne fiorentino utente di Internet che aveva creato un indirizzo email, fornendo l'identità di un'amica che in seguito a questo era stata soggetta a molestie sessuali per via telefonica.
La Cassazione ha confermato la condanna a un anno di reclusione perché, oltre a recare disturbo alla legittima titolare dell'identità, gli utenti della Rete che hanno trattenuto corrispondenza con questa persona sono stati ingannati soprattutto sulla sua identità sessuale.
Per la Suprema Corte, il fatto che in Rete sia un fenomeno possibile e praticato e che il provider abbia accettato quell'identità non riduce la responsabilità del singolo.
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