mercoledì 2 aprile 2014

Depenalizzata la coltivazione della marijuana: via libera della Camera alla legge delega "svuota carceri"


Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili”.
E' questa la rubrica della legge approvata oggi alla Camera che conferisce la delega al Governo di legiferare, in luogo del Parlamento, nelle materie contenute nella legge di delega. 
Tra queste, la cancellazione del reato di clandestinità e la depenalizzazione della coltivazione di piante di marijuana.

In particolare:

Il piccolo spaccio sarà punito con meno severità. Cercando così di evitare quelle pene sproporzionate che erano spesso causate dal “bilanciamento delle circostanze”, in cui le aggravanti, per esempio la recidiva, portavano a pene molto pesanti.
Cade anche il divieto di non affidare ai servizi sociali il tossicodipendente che sia già stato loro affidato più di due volte, mentre i minori tossicodipendenti e accusati di piccolo spaccio si possono applicare le misure cautelari con invio in comunità.
Si ripristina anche una differenza sostanziale tra droghe pesanti e leggere, “unificate”, invece, nella legge Fini-Giovanardi.

L’affidamento in prova ai servizi sociali arriverà anche per chi è condannato a 4 anni di pena massimi (ma anche residui). Per reati puniti con reclusione fino a 4 anni o pena pecuniaria o per i quali è prevista la citazione diretta a giudizio, l’imputato può chiedere la sospensione del processo con messa alla prova.
La misura consiste in lavori di pubblica utilità, con l’affidamento al servizio sociale per lo svolgimento di un programma di recupero.
Se l’esito è positivo, il reato si estingue.

I domiciliari diventano una misura con carattere permanente.
Secondo la delega, i domiciliari dovranno diventare pena principale da applicare in automatico a tutte le contravvenzioni attualmente colpite da arresto e a tutti i delitti il cui massimo edittale e’ fino a 3 anni.
Se invece la reclusione va da 3 a 5 anni, sara’ il giudice a decidere tenendo conto della gravita’ del reato e della capacita’ a delinquere.

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