sabato 14 giugno 2014

Veneziano: "E' un errore sopprimere le sezioni del Tar di Catania"


La soppressione delle sezione staccate dei Tar, a partire dal prossimo 1 ottobre, decisa dal Consiglio dei ministri di ieri "risponde forse più esigenze di immagine del governo, di volere tagliare: ma i benefici di efficienza e economici sfumano, soprattutto per le grandi sedi". Lo afferma il presidente facente funzioni del Tar di Catania, Salvo Veneziano, ricordando che nel capoluogo etneo "il numero di sezioni, quattro contro tre, e i contenziosi sono superiori alla sede di Palermo".


Secondo il presidente Veneziano "la soppressione legalmente è possibile", perché, spiega, "le sezioni distaccate del Tar sono state create con legge ordinaria", anche nelle regioni a Statuto speciale, come la Sicilia. "Il problema - osserva il magistrato - è capire perché si fa un'operazione del genere: ci sono sedi distaccate del Tar, come Catania, Lecce, Salerno e Brescia, che hanno carichi di lavoro notevoli. La loro chiusura comporterebbe disagi a chi si rivolge alla giustizia amministrativa, anche sul piano economico". 

Il presidente Veneziano porta l'esempio di Catania, "realtà che conosco meglio, ovviamente". "Abbiamo quattro sezioni a fronte delle tre di Palermo - sottolinea - e un contenzioso superiore. 
Se chiudessero la nostra sede dovremmo trasferire tutto a Palermo: ma i giudici e il personale avrà lo stesso costo per lo Stato, e non risparmierebbe neppure sulla sede perché ci vorranno nuovi locali. 
Inoltre, indirettamente - rileva il magistrato - l'operazione avrà un costo maggiore per la pubblica amministrazione: tutti gli Enti locali della Sicilia orientale dovranno sostenere spese maggiori per le cause pendenti, a partire dalle trasferte e dagli onorari dei legali che aumenteranno per le trasferte". 
"Quindi - conclude il presidente del Tar di Catania - bisogna capire perché si fa una cosa del genere: vista così, per le grandi sedi distaccate del Tribunale amministrativo regionale, sembra solo rispondere a esigenze di immagine del governo...".

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