mercoledì 11 giugno 2014

Cassa Forense: illegittimo il regolamento secondo il Ministero del Welfare

Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ritiene illegittimo il regolamento della Cassa.


LA NOTA DEL MINISTERO Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si è espresso in merito al comma 8 dell'art. 21 della Legge n.247/2012, che dispone la contestuale iscrizione alla Cassa per chi si iscrive agli Albi. E lo ha fatto segnalando pesanti criticità sull'impianto previsto dal regolamento approvato lo scorso 31 gennaio da Cassa Forense: non sarebbe ragionevole considerare iscritto a una cassa di previdenza alcun soggetto, senza aver prima disciplinato le conseguenze di detta iscrizione, con particolare riferimento alla determinazione dei parametri finalizzati all'individuazione degli oneri economici gravanti sugli assicurati, posto che non potrebbe esservi iscrizione alla Cassa senza il versamento dei contributi. [...] Presenta profili di illegittimità anche il comma 4, in quanto appare in contrasto con il comma 10 dell'articolo 21 della legge 247/2012. La disposizione regolamentare sembra consentire ciò che la norma vieta, ovvero la contemporanea iscrizione agli Albi professionali, con la produzione di redditi diversi da quelli percuotibili dalla Cassa e, quindi, la contemporanea iscrizione ad altre forme di previdenza obbligatoria. 


E queste sono solo alcune delle doglianze avanzate dal Ministero il quale quindi ha ritenuto necessario che, per la prosecuzione dell'iter di approvazione, Cassa Forense "si determini ad apportare le opportune modifiche al Regolamento".

REGOLAMENTO CASSA ILLEGITTIMO Con questa nota, in parole povere, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali boccia il regolamento della Cassa Forense ed, in particolare, il comma 8 dell`art. 21 della Legge n.247/2012, che dispone la contestuale iscrizione alla Cassa per chi si iscrive agli Albi.

I GIOVANI AVVOCATI  Con questo articolo la Cassa introduceva un regime contributivo agevolato per le toghe con redditi inferiori a 10.300 euro annui. Una "agevolazione" che aveva fatto insorgere i giovani avvocati che, soprattutto all'inizio, guadagnano poco o nulla e che, con il nuovo regolamento della cassa sarebbero stati costretti a versare un contributo, sì inferiore rispetto a quello ordinario, ma pur sempre di 800-850 euro l'anno.

E ORA CHE FARA' LA CASSA FORENSE? Una cifra che avrebbe scoraggiato ulteriormente l'avvio di una professione sempre più difficile da intraprendere e da portare avanti in maniera professionale e dignitosa. Tutto finito? Non proprio. Certo la Cassa dovrà uniformarsi al diktat del Ministero ma la sensazione è che nuovi capitoli dell'annosa vicenda ed annesse polemiche potrebbero rispuntare presto all'orizzonte.

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