Il gruppo "Difesa del suolo" del
settore "Ambiente e
territorio" e la Sezione ambientale della Polizia provinciale stanno
eseguendo un'accurata indagine
sulla situazione dei depuratori della fascia costiera. Si
tratta di una verifica capillare che ha riguardato i depuratori dei Comuni
di Licata, Palma di Montechiaro, Agrigento, Realmonte, Siculiana e Sciacca, e
che interesserà anche i Comuni di Menfi e Porto Empedocle.
L’indagine è mirata,
in particolare, alla verifica della gestione dei rifiuti derivanti dalla
depurazione (fanghi, vaglio, sabbie, ecc.) e della
parte tecnica e amministrativa (autorizzazioni, registri
carico/scarico, funzionalità dei depuratori e altri dettagli).
Dai primi risultati
è emersa una situazione abbastanza preoccupante a Sciacca, il
cui sistema di depurazione interessa solo una parte della città, e
alcune irregolarità in tutti i Comuni ispezionati, generalmente
relative alle autorizzazioni.
Nella maggior parte
dei casi si tratta di autorizzazioni scadute, irregolarità sulla tenuta
dei registri e dei formulari di identificazione dei rifiuti prodotti
dai depuratori.
Già qualche mese fa, Girgenti Acque, la società che gestisce
il servizio idrico integrato in molti comuni della provincia, era stata
condannata a rimborsare i canoni di depurazione pagati da un’agrigentina.
In particolare, la cittadina aveva rivendicato il rimborso
di quanto pagato a titolo di canone di depurazione perché a San Leone, frazione
nella quale risiede, non aveva usufruito del servizio di depurazione.
Dopo tali controlli, altre azioni giudiziarie potrebbero essere
promosse nei confronti del gestore privato ai fini del rimborso della bolletta.
(agrigentonotizie.it)
(agrigentonotizie.it)
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