Continuerà l'attività estrattiva nella cava di calcare sita nel Comune di Siculiana. Il TAR condanna l'Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente
La ditta Siculiana Cave di Francesco Drago, destinataria in
passato di un'interdittiva antimafia in seguito annullata, potrà
continuare l'attività di estrazione perchè il Tar ha imposto alla Regione di
rinnovare l'autorizzazione.
L'impresa esercitava l'attività in contrada Garebici, a Siculiana,
in base a un'autorizzazione rilasciata nel 2003 e scaduta lo scorso febbraio.
Il titolare ha presentato un'istanza all'assessorato regionale al Territorio e
all'Ambiente chiedendo il rinnovo dell''autorizzazione e presentando un
apposito progetto.
La Regione, però, malgrado i solleciti non dava riscontro alla
richiesta e il titolare, assistito dagli avvocati Girolamo Rubino e Santo
Botta, proponeva un ricorso giurisdizionale davanti al Tar chiedendo che
venisse dichiarato illegittimo il silenzio.
I difensori hanno lamentato la
violazione della normativa di settore, "che prevede un termine di 45
giorni per l'adozione del provvedimento da parte dell'autorità competente,
nonchè la violazione dell'obbligo di concludere il procedimento incombente
sulla pubblica amministrazione, con richiesta di nomina di un commissario ad
acta per l'ipotesi di ulteriore inadempienza".
Il Tar ha prima chiesto chiarimenti, poi ha dato ragione nel
merito alla Siculiana Cave dichiarando l'obbligo dell'assessorato di
concludere il procedimento entro trenta giorni dalla notifica della sentenza
e nominando commissario ad acta per l'ipotesi di ulteriore inadempienza il
segretario generale della Regione siciliana.
L'assessorato, dopo la notifica, ha concluso la vertenza
concedendo il rinnovo.
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