mercoledì 29 novembre 2017
Biologico, Bando 2016: il TAR Sicilia ordina il riesame delle domande di partecipazione
L’assessorato regionale dell’agricoltura guidato sino a pochi giorni fa da Antonello Cracolici aveva pubblicato il “Bando 2016” per promuovere la conversione all’agricoltura biologica delle aziende agricole siciliane.
Il predetto intervento, finanziato a valere sulla misura 11 del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) della Sicilia, ha previsto uno stanziamento complessivo pari ad 10 milioni di euro, eventualmente da incrementarsi nell’ipotesi di disponibilità di ulteriori risorse.
Due imprenditori agricoli di Menfi (AG), che già dal 2015 avevano avviato una gestione aziendale secondo il metodi biologici nel settore della vitivinicoltura di qualità e dell’olivicoltura di pregio, in possesso quindi dei requisiti per partecipare al “Bando 2016”, tramite il Centro abilitato ed entro i termini previsti, presentavano telematicamente la domanda di partecipazione munita di tutti i documenti necessari.
Successivamente, e sempre entro i termini fissati dall’assessorato regionale, presentavano, presso l’Ispettorato Agricoltura di Agrigento, le copie in formato cartaceo delle rispettive domande.
Tuttavia, le istanze presentate dai due imprenditori, soci delle Cantine Settesoli, venivano escluse dall’elenco definitivo delle domande ammesse ai benefici del “Bando 2016 – pagamenti per la conversione all’agricoltura biologica”: in particolare, l’amministrazione regionale attestava che le “domande cartacee non erano state presentate” dai due partecipanti.
Ed allora, i due menfitani si rivolgevano all’avvocato Santo Botta - del foro di Sciacca - , il quale inviava all’amministrazione regionale due istanze di accesso agli atti amministrativi richiedendo copia di tutti i documenti che avevano portato all’esclusione, da parte dell’Assessorato Regionale Agricoltura, delle due ditte dai benefici previsti dal “Bando 2016”.
A tali istanze d’accesso rispondeva l’ispettorato agricoltura di Agrigento comunicando che, in effetti, le domande erano state presentate nei termini, ma erano state protocollate in un momento successivo perché, sempre a dire dell’Ispettorato, le domande non erano state presentate in busta chiusa.
Da qui, l’effettiva esclusione dalla graduatoria definitiva. Ed allora, i due imprenditori agricoli menfitani, col patrocinio degli avvocati Santo Botta e Mariagrazia Liotta, proponevano ricorso al TAR Sicilia, per l’annullamento, previa sospensione, dell’elenco definitivo delle ditte ammesse ai pagamenti per la conversione al biologico. Si costituivano in giudizio l’assessorato regionale agricoltura, in persona dell’assessore regionale pro-tempore Antonello Cracolici e l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura – AGEA.
Il TAR, ritenendo fondate le censure avanzate dagli avvocati Botta e Liotta, ha accolto la richiesta cautelare avanzata dai due difensori ordinando il riesame delle domande di partecipazione alla luce dei motivi di ricorso ritenuto “assistito da significativi elementi di fondatezza”.
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